Riconoscendo l'incontestabile fattore di pericolosità che la pratica alpinistica comporta e che la non osservanza delle regole di sicurezza ha causato incidenti anche fatali, la Scuola e l'autore della pagina declina ogni responsabilità in caso di incidente
l "mezzo Poldo" è un paranco utilizzato nella pratica alpinistica e scialpinistica, non è molto veloce ma garantisce il successo del recupero anche se ad agire si è da soli.
Il "mezzo Poldo con spezzone ausiliario" rappresenta un'evoluzione. Si caratterizza per una minor velocità d'azione bilanciata, però, da uno sforzo che risulta molto inferiore.
E' decisamente comodo nel caso in cui il compagno sia molto pesante.
AVVERTENZA:
La piastrina GiGi può essere sostituita validamente da altri sistemi autobloccanti quali il nodo cuore o nodo Edi.
Il "sistema Vanzo" chiamato anche "sistema a Triangolo" si basa sul principio del paranco semplice ma in questo caso colui che recupera potrà operare direttamente sul bordo del terrazzino o del crepaccio con un indubbio vantaggio una cospicua riduzione degli attriti.
Materiale occorrente
Sequenza operativa
Inserire le corde di calata dentro il moschettone A, portare la doppia asola formatasi verso il basso ed a contatto con le corde di calata fino a costituire un mazzo di 8 (otto) tratti di corda, agganciare le 6 (sei) inferiori con un moschettone spostare lo stesso verso l'alto fino a metterlo di traverso al primo moschettone posizionato.
Agganciare al moschettone A un nuovo moschettone posizionato tra le due corde in modo da separarle ed a quest'ultimo un ulteriore moschettone B.
Inserire le corde di calata dentro il moschettone B, portare la doppia asola formatasi verso il basso a contatto con le corde di calata fino a creare un mazzo di 6 (sei) corde.
Agganciare alle 4 (quattro) inferiori un ultimo moschettone e portare lo stesso in alto fino a posizionarlo di traverso al moschettone B.
Questa manovra si utilizza quando si ritiene più conveniente calare il ferito anziché recuperarlo e più sicura una calata lunga anziché una serie di brevi calate.
E' chiaro che bisogna avere con sé materiale sufficiente e non si deve dimenticare che la gestione di calate lunghe risulta complessa e quindi richiede una buona pratica.
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Fase 1) Predisporre una sosta ad asole indipendenti o sosta fissa (statica) a cui sarà collegato un moschettone a ghiera con base larga. Dopodiché costruire e collegare al moschettone posto sulla sosta principale un doppio freno con due piastrine GiGi collegate in sequenza. Negli anelli della sosta principale sarà al contempo inserito uno spezzone di corda chiuso con il doppio nodo inglese a formare un anello. Quest'ultimo avrà un lunghezza tale da arrivare circa alla medesima altezza della seconda piastrina GiGi e vi sarà inserito un moschettone a ghiera con base larga. |
Fase 2) Inserire la corda di calata nelle due piastrine e successivamente costruire sulle corde di calata, con uno spezzone di corda ausiliario, un nodo autobloccante Bellunese Collegare l'altro capo dello spezzone ausiliario all'ancoraggio, costituito dall'anello di cordino, con un moschettone e mezzo barcaiolo in posizione di discesa chiuso con asola e controasola di bloccaggio. Iniziare a calare il ferito e il soccorritore fino ad arrivare a circa 1 metro dalla fine della corda da giuntare e far entrare in azione l'autobloccante. |
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Fase 3) Predisporre, a monte del autobloccante Bellunese, un asolina di sicurezza onde evitare che la corda di calata possa passare attraverso il nodo stesso. Giuntare le due corde con nodo guida galleggiante e farlo passare all'interno del freno costituito dalle due piastrine GiGi. Realizzare a monte del freno e sulla nuova corda un ulteriore asolina di sicurezza per evitare che la corda di calata possa scivolare attraverso il freno stesso. |
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Fase 4a) Fase 4b) |
AVVERTENZA:
La calata con giunzione delle corde risulta più sicura se realizzata con due corde. In questo caso è necessario sfalsare le corde di almeno 1,50 mt cosicchè si possa eseguire la manovra di giunzione e passaggio nel doppio freno moschettone, come sopra presentata, in due momenti differenti e sempre in completa sicurezza. Il freno realizzato tramite le due piastrine GiGi può essere sostituito validamente da un doppio freno moschettone.
Questa manovra si effettua nel caso in cui il ferito si venga a trovare sotto il punto di sosta e assolutamente non in grado di collaborare neanche per togliere i rinvii intermedi.
Fase 1)
Trattenere la caduta mediante il mezzo barcaiolo.
Bloccare il mezzo barcaiolo con asola e controasola di bloccaggio.
Fase 2)
Verificare ed eventualmente consolidare l'ancoraggio della sosta principale oppure, se necessario, creare un ancoraggio nuovo (almeno 3 chiodi).
Costruire una seconda sosta con il sistema ad asole indipendenti (sosta statica) e collegare un moschettone a ghiera con base larga nel punto di derivazione.
Effettuare il collegamento con la sosta principale:
Fase 3)
Sciogliere la controasola e l'asola di bloccaggio posta sulla corda di cordata e con cautela trasferire il carico sullo spezzone precedentemente costruito mandando in tensione il nodo autobloccante Machard.
Sciogliere ed eliminare il mezzo barcaiolo che trattiene il compagno caduto.
Predisporre un nuovo moschettone a ghiera con base larga sulla sosta rimasta.
Passare la corda di cordata in detto moschettone recuperando tutto il materiale in eccesso, il lasco presente e bloccare la corda stessa con un'asola e controasola di bloccaggio per maggior sicurezza.
Fase 4)
Predisporre il sistema per la calata (discensore e autobloccante) sul ramo della corda di calata scarico.
Sciogliere controasola e asola di bloccaggio della corda di cordata e recuperare il lasco presente spingendo verso l'alto sia il discensore che l'autobloccante.
Sciogliere la controasola e l'asola di bloccaggio dello spezzone ausiliario e in modo graduale, controbilanciare il peso del ferito con il proprio.
Calare lentamente e con attenzione il ferito mediante il mezzo barcaiolo fintantoché lo spezzone ausiliario non risulti scarico.
Eliminare il mezzo barcaiolo sullo spezzone ausiliario e collegare lo spezzone stesso direttamente all'imbragatura del soccorritore in modo da creare un anello chiuso che garantisce maggior sicurezza all'operazione.
Infatti impedisce alla corda di sfilarsi dall'ancoraggio in seguito a rotture o al caso in cui il ferito si slegasse durante la discesa del soccorritore ed inoltre implica un controllo obbligato da parte del soccorritore sullo stato della corda di calata.
Recuperare il materiale in eccesso.
Iniziare la discesa, in contrappeso all'infortunato, accompagnando nella discesa i due autobloccanti posti uno sul ramo di corda che va all'infortunato e l'altro sul ramo del soccorritore.
Raggiungere il ferito e posizionarsi leggermente più in basso dello stesso.
Fase 5)
Slegare dalla propria imbragatura lo spezzone ausiliario e legarlo all'imbracatura del ferito con un nodo delle guide con frizione.
Eliminare l'autobloccante e recuperare il materiale in eccesso.
Collegare il ferito alla propria imbracatura mediante lo spezzone ausiliario infilando lo spezzone nell'imbracatura del soccorritore poi in quella del ferito e nuovamente in quella del soccorritore, stringere fino a portare il ferito nella posizione voluta e chiudere il tutto con asola e controasola di bloccaggio.
Proseguire la calata con il compagno ferito prestando attenzione ad individuare un punto idoneo per creare un nuovo ancoraggio:
Fase 6a)
Proseguire la calata fino ad esso.
Svincolarsi dall'infortunato e posizionarlo a terra.
Rimanendo vincolati alla corda di calata predisporre un nuovo ancoraggio per l'autoassicurazione propria e del ferito oppure per proseguire la calata
Fase 6b)
Proseguire la discesa fino a circa 1,5/2 metri dal punto individuata.
Svincolarsi dal ferito lasciando lo spezzone ausiliario di collegamento a pendere verso il basso.
Proseguire la calata fino al punto di sosta e mantenendo sempre in tensione la corda di calata al fine di evitare che il ferito possa scivolare verso il basso, verificare lo stato della sosta ed eventualmente rinforzarla.
Predisporre la stessa con il sistema ad asole indipendenti (sosta statica) e con un moschettone a ghiera nel punto di derivazione.
Realizzare l'assicurazione del soccorritore sul punto più sicuro con un cordino doppiato questo allo scopo di facilitare lo svincolo del soccorritore e il recupero del materiale in eccesso in caso di continuazione della calata con il sistema a corda doppia.
Vincolare lo spezzone ausiliario al punto centrale della sosta mediante mezzo barcaiolo e con un'azione combinato di calata mediante il discensore e di recupero mediante il mezzo barcaiolo portare il ferito il più vicino possibile alla nuova sosta ed assicurarlo all'ancoraggio con asola e controasola di bloccaggio.
A questo punto soccorritore e ferito sono entrambi vincolati al nuovo punto di sosta.Slegare l'infortunato dalla corda di cordata e recuperarla.
Predisporsi ad effettuare la discesa a corda doppia.
Questa manovra si effettua nel caso in cui il ferito non sia in grado di effettuare autonomamente ed in sicurezza la discesa in corda doppia.
Fase 1)
Predisporre una sosta ad asole indipendenti o sosta fissa (statica) e passare direttamente nel punto di derivazione dell'ancoraggio la corda/e per la corda doppia con l'accortezza di realizzare i nodi di sicurezza sui capi.
Predisporre il sistema per la calata a corda doppia (discensore e autobloccante) nel seguente modo:
Fase 2a) - collegamento alle imbracature mediante spezzone
Collegare il ferito direttamente al discensore posta sulle corde di calata tramite un anello di cordino e moschettone a ghiera (possibilmente).
Collegare al ferito uno spezzone con nodo delle guide con frizione (già presente se la calata in oggetto è la prosecuzione della manovra di ricongiungimento) e con questo collegare ferito e soccorritore passando lo spezzone nel proprio imbraco poi in quello del ferito e nuovamente nel proprio chiudendo il tutto con asola e controasola di bloccaggio.
Iniziare la discesa.
Fase 2b) - collegamento "a triangolo"
Al moschettone posto a valle della piastrina GiGi collegare uno spezzone di corda con nodo barcaiolo avendo l'accortezza di realizzare due spezzoni di lunghezza differente.
Il più corto dei quali sarà collegato ad un altro moschettone con nodo barcaiolo e nodino di sicurezza e successivamente all'imbragatura del ferito.
Fase 3)
Collegare l'altro capo dello spezzone all'imbragatura del soccorritore tramite un moschettone e un nodo barcaiolo e nodino di sicurezza e sul medesimo tratto di spezzone costruire un nuovo nodo autobloccante Machard da collegare con un moschettone all'imbracatura del soccorritore. Questo consentirà, una volta iniziata la calata, l'aggiustamento del carico in modo che il peso del ferito non gravi sulla schiena del soccorritore ma bensì unicamente sulla corda di calata.
Questa manovra risulta necessaria quando il primo di cordata cadendo rimane inanimato ed ha già superato la metà della lunghezza della corda. Si tratta di spostare la sosta per consentire di prestare soccorso al ferito ed eventualmente effettuare la calata. E' una manovra che si può effettuare solamente se il ferito si trova nei pressi della verticale rispetto al punto di sosta.
Fase 1)
Trattenere la caduta mediante il mezzo barcaiolo. Bloccare il mezzo barcaiolo con asola e controasola di bloccaggio.
Fase 2)
Il soccorritore si dovrà assicurare con un nodo autobloccante Machard al ramo di corda in tensione ed arrampicando dovrà raggiungere e superare la metà della corda. Successivamente attrezzare un punto di sosta idoneo per un eventuale calata con ferito.
Collegare la nuova sosta con uno spezzone ausiliario (minimo 8 mm) alla corda che va al ferito tramite un nodo autobloccante Machard. Lo spezzone sarà a sua volta collegato alla sosta con un nodo mezzo barcaiolo bloccato con asola e controasola di bloccaggio.
Ridiscendere alla vecchia sosta.
Fase 3)
Sciogliere la controasola e l'asola di bloccaggio e con cautela mandare in tensione l'autobloccante predisposto sulla nuova sosta.
Smontare la sosta e risalire arrampicando, sempre autoassicurati con il nodo autobloccante Machard alla corda di cordata, alla sosta superiore.
Assicurarsi alla sosta e collegare la corda di cordata lasca alla sosta medesima tramite un mezzo barcaiolo chiuso con asola e controasola di bloccaggio.
Fase 4)
Sciogliere la controasola e l'asola di bloccaggio dello spezzone ausiliario e con cautela mandare in tensione la corda di cordata.
Calare il ferito alla sosta, assicurarlo e valutare l'opportunità di predisporre una calata a corda doppia con ferito.